martedì 29 novembre 2016

Il legno


CONOSCERE IL LEGNO

I legni sono molto diversificati, come diversi sono gli alberi; si hanno cosi legni porosi, leggeri, con venature quasi inesistenti, oppure legni compatti, pesantissimi, ricchi di nodi e venature che, come armature, ne rinforzano la struttura.
Le foreste e i boschi sono la fonte primaria del legno che utilizziamo.




Legni teneri

I legni teneri (o dolci) si lavorano facilmente ma altrettanto facilmente si scalfiscono. A questa categoria appartengono l’abete, la balsa e il pino. Descriviamo ora, uno per uno, gli usi più adatti e le diverse varietà di queste essenze.
  • Abete bianco o rosso: viene usato per costruire strutture portanti di mobili e serramenti, mobili, listelli per rifiniture, alcuni strumenti musicali.
  • Balsa: è fra il più teneri e leggeri che esistano, la sua fibra spugnosa, permette addirittura di lavorarlo con particolari stampi di metallo. Grazie alla sua leggerezza viene impiegato nel modellismo o per costruire galleggianti.
  • Pino: un legno tenero, di colore chiaro e profumato. Risulta essere più duro e resistente di quella dell’abete e viene usato per i lavori più comuni quali costruzioni in genere, impalcalture, infissi e perlinature sia per interni che per esterni.

Legni semiduri

Le essenze semidure più usate sono il ciliegio ,il castagno, il faggio, il noce e l’olmo.
  • Castagno: adattissimo a lavori di ebanisteria e alla costruzione di strutture esterne.
  • Ciliegio: fornisce un legname ottimo, duro e compatto, di colore rosso bruno venato. Si deforma facilmente e tende a tarlarsi.
  • Faggio: ha la caratteristica di curvarsi molto facilmente, ma è soggetto al tarlo. Viene usato per la costruzione di pavimenti, sedie, utensili da lavoro e da cucina.
  • Il noce: possiede una fibra flessibile, ma molte volte subisce l’azione dei parassiti che lo tarlano. Viene generalmente impiegato nella costruzione di mobili di lusso, nella tornitura.
  • L’olmo: dà legame duro e pregiato. Resiste notevolmente all’umidità, ha un colore marrone chiaro e trova largo spazio nei lavori di tornitura, nella costruzione di mobili e arredamenti di carattere rustico.

Legni duri

Alla categoria delle essenze dure appartengono tutti i legni più nobili tradizionalmente usati per i lavori di ebanisteria, insieme ad altri di minor pregio, ma pur sempre caratterizzati da elevata compattezza e ottima resistenza alle sollecitazioni. I più usati sono l’acacia, l’olivo, il frassino, il palissandro, il teck, l’ebano e il mogano .
  • L’acacia: è molto ben lavorabile, essendo molto pieghevole e compatto. La sua essenza resiste ottimamente all’umidità. In falegnameria viene utilizzato per la costruzione di strutture esterne,scale e elementi per imbarcazioni.
  • L’olivo: fornisce legame a essenza dura estremamente compatta. Possiede un colore giallognolo venato di righe più scure ed è gradevolmente profumato. Molto pregiato in ebanisteria , il legno di olivo, fornisce splendide prestazioni nell’intarsio, nella costruzione di mobili ed oggetti torniti .
  • Il frassino: produce un legno che si presta particolarmente ad essere lavorato.E’ molto usato nella costruzione di mobili, rivestimenti e arredamenti rustici.
  • Il palissandro: il suo maggior difetto è di essere poco durevole; a volte si imbarca. Di colore rossastro violaceo risulta ottimo per lavori ricercati ed intarsi.
  • Il teck: di facile lavorazione viene utilizzato per costruzioni navali e per la pavimentazione di locali. I mobili costruiti in teck sono considerati di un certo pregio, per il bel colore marrone scuro e per la loro solidità.
  • L’ebano: è certamente uno dei legni più pregiati che esistano sul nostro pianeta. La principale particolarità di questo legno è che non galleggia, essendo più pesante dell’acqua. Viene impegnato anche nella rifinitura di mobili di lusso e applicata a parti di strumenti musicali.
  • Mogano: è praticamente indeformabile, possiede un bellissimo colore rossastro a venature regolari e trova notevole applicazione nella costruzione di mobili.

Un museo dinamico 

 
 Luogo di incontro, confronto e scoperta, il MAV unisce il ruolo di custode della memoria alle attività educative e all’organizzazione di esposizioni temporanee. Il museo vuole fare di sé stesso un luogo di incontro per la comunità e gli artigiani e allo stesso tempo avvicinare all’artigianato giovani e adulti. 

 

giovedì 24 novembre 2016

LA LEGGENDA DELLA GHIANDA D’ORO

LA LEGGENDA DELLA GHIANDA D’ORO

Si dice che Cornelio convocò il consiglio degli Schirotti anziani una mattina di inizio ottobre, quando il bosco di castagni di Altacima era tutto un brulicare di vita per il raccolto prima del letargo.
I nove anziani salirono sul castagno più vecchio, un grosso albero secolare, nodoso e contorto, dove trovavano riparo più di cinquanta Schirotti anche quando pioveva e nevicava.
Un vento freddo aveva iniziato a soffiare durante la notte, e aveva gelato le prime foglie marroni e ormai secche che cadevano, insieme a ghiande e castagne, come un morbido tappeto sul terreno scuro. Il sole era ormai un disco basso e pallido dietro ai rami, che sorgeva tardi e faticava a scaldare, deciso ormai ad andare in letargo anche lui insieme agli scoiattoli.
Fruscii e passetti veloci scivolavano furtivi tra le foglie cadute, per nascondersi al grande gufo reale che se ne stava sempre all'erta e in caccia.
La tribù degli Schirotti al completo si arrampicò sui rami bassi del grande castagno, i musi sollevati a guardare verso il buco nel tronco, dove Cornelio aveva chiamato i nove consiglieri.
La sua voce arrivava roca ma potente, mentre emetteva la decisione del consiglio.
"Un'antica leggenda racconta che un giorno di dicembre il grande leccio saggio aveva donato alla tribù degli Schirotti una grande Ghianda D'Oro, segno del suo amore e della sua protezione. Purtroppo, durante gli anni di battaglie con i gufi e le gazze, la Ghianda d'Oro è stata rubata e nessuno è più stato capace di ritrovarla. Si dice che sia stata portata lontano da Altacima, nel posto a valle… Solo pochi fortunati riescono di tanto in tanto a recuperarla tra altre ghiande e ricevere da essa benefici, competenze e abilità.
Tutti gli Schirotti ascoltavano attentamente e in silenzio la storia della Ghianda d'Oro.
Cornelio disse:
“C’è un sacchetto di ghiande magiche che usano gli gnomi e gli elfi di Korvatunturi ,nella Lapponia finlandese, la Ghianda D’Oro è finita tanto tempo fa in con quelle ghiande e man mano che gli gnomi lasciano il sacchetto in qualche posto, qualche fortunato trova la Ghianda D’Oro e diventa primo mastro aiutante degli gnomi delle essenze di Korvatunturi.
Per dimostrare però che può far parte della circolo degli aiutanti con onore dovrà lasciare che la Ghianda d'Oro torni ad Altacima in dicembre, prima del giorno di Natale, radunando dentro di sé le qualità di un grande cercatore e di un coraggioso viaggiatore. La Ghianda d'Oro ritornerà dalla valle, ne sono sicuro e le abilità degli gnomi del legno lasceranno a valle una bella sorpresa”.
Fino ad oggi chiunque trovi tra le altre la Ghianda d’Oro potrà godere dei suoi benefici ma non dovrà tenerla troppo tutta per se, dovrà sempre passarla a qualcun’altra e alla fine qualcuno dovrà lasciarla affinché sia riportata ad Altacima.