domenica 18 dicembre 2016

Bacheca - Gita Bologna

La bacheca verrà aggiornata ad ogni nuova comunicazione da parte delle insegnanti e rimane disponibile per essere consultata.






GITA A BOLOGNA 
mercoledì 21 dicembre

PARTENZA: ore 7.40 dal pazzale della scuola RITROVO davanti alla scuola 7.30
ARRIVO A BOLOGNA: 9.30 circa.
Visita MamBo: 10.00 - 12.00 circa- Visita museo, laboratorio "Dire, fare, capire", visita opere Giorgio Morandi.
Visita centro di Bologna: 12.15 - 13.30
PRANZO: 13.30 presso pizzeria catena Irnerio, centro storico.
Visita casa Morandi: 15.30 -17.30 visita e laboratorio C'era una volta in casa Morandi" 
Merenda e partenza da Bologna: 17.30
PARTENZA: 17.50
ARRIVO : 19.00 - 19.30

NOTE: la merenda dei bambini va fornita ai bambini dalle famiglie.


Gli spiriti del Natale - Teatro del Cerchio

Il Canto di Natale (A Christmas Carol: A Goblin Story of Some Bells that Rang an Old Year Out and a New Year In), noto anche come Cantico di Natale, Ballata di Natale o Racconto di Natale, è un romanzo breve di genere fantastico del 1843 di Charles Dickens.
 
Il Canto di Natale è suddiviso in cinque parti con un protagonista aiutato da spiriti: nella prima parte si descrive il protagonista Ebenezer Scrooge, un ricco, avaro ed egoista vecchio finanziere della Londra del 1843, che non spende nulla nemmeno per sé e per il quale il Natale è una perdita di tempo (rimprovera Dio stesso per il riposo domenicale che intralcia il commercio e il guadagno).
Talmente infastidito dalle festività, costringe il suo umile impiegato Bob Cratchit, al quale dà uno stipendio da fame, a presentarsi al lavoro anche il giorno della Vigilia di Natale. Per strada risponde male a tutti coloro che intonano un "Canto di Natale" o che gli fanno gli auguri, incluso l'affettuoso nipote Fred, figlio della defunta sorella Fanny, che invano lo prega di cenare
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Santa Lucia è passata in 3^E


martedì 29 novembre 2016

Il legno


CONOSCERE IL LEGNO

I legni sono molto diversificati, come diversi sono gli alberi; si hanno cosi legni porosi, leggeri, con venature quasi inesistenti, oppure legni compatti, pesantissimi, ricchi di nodi e venature che, come armature, ne rinforzano la struttura.
Le foreste e i boschi sono la fonte primaria del legno che utilizziamo.




Legni teneri

I legni teneri (o dolci) si lavorano facilmente ma altrettanto facilmente si scalfiscono. A questa categoria appartengono l’abete, la balsa e il pino. Descriviamo ora, uno per uno, gli usi più adatti e le diverse varietà di queste essenze.
  • Abete bianco o rosso: viene usato per costruire strutture portanti di mobili e serramenti, mobili, listelli per rifiniture, alcuni strumenti musicali.
  • Balsa: è fra il più teneri e leggeri che esistano, la sua fibra spugnosa, permette addirittura di lavorarlo con particolari stampi di metallo. Grazie alla sua leggerezza viene impiegato nel modellismo o per costruire galleggianti.
  • Pino: un legno tenero, di colore chiaro e profumato. Risulta essere più duro e resistente di quella dell’abete e viene usato per i lavori più comuni quali costruzioni in genere, impalcalture, infissi e perlinature sia per interni che per esterni.

Legni semiduri

Le essenze semidure più usate sono il ciliegio ,il castagno, il faggio, il noce e l’olmo.
  • Castagno: adattissimo a lavori di ebanisteria e alla costruzione di strutture esterne.
  • Ciliegio: fornisce un legname ottimo, duro e compatto, di colore rosso bruno venato. Si deforma facilmente e tende a tarlarsi.
  • Faggio: ha la caratteristica di curvarsi molto facilmente, ma è soggetto al tarlo. Viene usato per la costruzione di pavimenti, sedie, utensili da lavoro e da cucina.
  • Il noce: possiede una fibra flessibile, ma molte volte subisce l’azione dei parassiti che lo tarlano. Viene generalmente impiegato nella costruzione di mobili di lusso, nella tornitura.
  • L’olmo: dà legame duro e pregiato. Resiste notevolmente all’umidità, ha un colore marrone chiaro e trova largo spazio nei lavori di tornitura, nella costruzione di mobili e arredamenti di carattere rustico.

Legni duri

Alla categoria delle essenze dure appartengono tutti i legni più nobili tradizionalmente usati per i lavori di ebanisteria, insieme ad altri di minor pregio, ma pur sempre caratterizzati da elevata compattezza e ottima resistenza alle sollecitazioni. I più usati sono l’acacia, l’olivo, il frassino, il palissandro, il teck, l’ebano e il mogano .
  • L’acacia: è molto ben lavorabile, essendo molto pieghevole e compatto. La sua essenza resiste ottimamente all’umidità. In falegnameria viene utilizzato per la costruzione di strutture esterne,scale e elementi per imbarcazioni.
  • L’olivo: fornisce legame a essenza dura estremamente compatta. Possiede un colore giallognolo venato di righe più scure ed è gradevolmente profumato. Molto pregiato in ebanisteria , il legno di olivo, fornisce splendide prestazioni nell’intarsio, nella costruzione di mobili ed oggetti torniti .
  • Il frassino: produce un legno che si presta particolarmente ad essere lavorato.E’ molto usato nella costruzione di mobili, rivestimenti e arredamenti rustici.
  • Il palissandro: il suo maggior difetto è di essere poco durevole; a volte si imbarca. Di colore rossastro violaceo risulta ottimo per lavori ricercati ed intarsi.
  • Il teck: di facile lavorazione viene utilizzato per costruzioni navali e per la pavimentazione di locali. I mobili costruiti in teck sono considerati di un certo pregio, per il bel colore marrone scuro e per la loro solidità.
  • L’ebano: è certamente uno dei legni più pregiati che esistano sul nostro pianeta. La principale particolarità di questo legno è che non galleggia, essendo più pesante dell’acqua. Viene impegnato anche nella rifinitura di mobili di lusso e applicata a parti di strumenti musicali.
  • Mogano: è praticamente indeformabile, possiede un bellissimo colore rossastro a venature regolari e trova notevole applicazione nella costruzione di mobili.

Un museo dinamico 

 
 Luogo di incontro, confronto e scoperta, il MAV unisce il ruolo di custode della memoria alle attività educative e all’organizzazione di esposizioni temporanee. Il museo vuole fare di sé stesso un luogo di incontro per la comunità e gli artigiani e allo stesso tempo avvicinare all’artigianato giovani e adulti. 

 

giovedì 24 novembre 2016

LA LEGGENDA DELLA GHIANDA D’ORO

LA LEGGENDA DELLA GHIANDA D’ORO

Si dice che Cornelio convocò il consiglio degli Schirotti anziani una mattina di inizio ottobre, quando il bosco di castagni di Altacima era tutto un brulicare di vita per il raccolto prima del letargo.
I nove anziani salirono sul castagno più vecchio, un grosso albero secolare, nodoso e contorto, dove trovavano riparo più di cinquanta Schirotti anche quando pioveva e nevicava.
Un vento freddo aveva iniziato a soffiare durante la notte, e aveva gelato le prime foglie marroni e ormai secche che cadevano, insieme a ghiande e castagne, come un morbido tappeto sul terreno scuro. Il sole era ormai un disco basso e pallido dietro ai rami, che sorgeva tardi e faticava a scaldare, deciso ormai ad andare in letargo anche lui insieme agli scoiattoli.
Fruscii e passetti veloci scivolavano furtivi tra le foglie cadute, per nascondersi al grande gufo reale che se ne stava sempre all'erta e in caccia.
La tribù degli Schirotti al completo si arrampicò sui rami bassi del grande castagno, i musi sollevati a guardare verso il buco nel tronco, dove Cornelio aveva chiamato i nove consiglieri.
La sua voce arrivava roca ma potente, mentre emetteva la decisione del consiglio.
"Un'antica leggenda racconta che un giorno di dicembre il grande leccio saggio aveva donato alla tribù degli Schirotti una grande Ghianda D'Oro, segno del suo amore e della sua protezione. Purtroppo, durante gli anni di battaglie con i gufi e le gazze, la Ghianda d'Oro è stata rubata e nessuno è più stato capace di ritrovarla. Si dice che sia stata portata lontano da Altacima, nel posto a valle… Solo pochi fortunati riescono di tanto in tanto a recuperarla tra altre ghiande e ricevere da essa benefici, competenze e abilità.
Tutti gli Schirotti ascoltavano attentamente e in silenzio la storia della Ghianda d'Oro.
Cornelio disse:
“C’è un sacchetto di ghiande magiche che usano gli gnomi e gli elfi di Korvatunturi ,nella Lapponia finlandese, la Ghianda D’Oro è finita tanto tempo fa in con quelle ghiande e man mano che gli gnomi lasciano il sacchetto in qualche posto, qualche fortunato trova la Ghianda D’Oro e diventa primo mastro aiutante degli gnomi delle essenze di Korvatunturi.
Per dimostrare però che può far parte della circolo degli aiutanti con onore dovrà lasciare che la Ghianda d'Oro torni ad Altacima in dicembre, prima del giorno di Natale, radunando dentro di sé le qualità di un grande cercatore e di un coraggioso viaggiatore. La Ghianda d'Oro ritornerà dalla valle, ne sono sicuro e le abilità degli gnomi del legno lasceranno a valle una bella sorpresa”.
Fino ad oggi chiunque trovi tra le altre la Ghianda d’Oro potrà godere dei suoi benefici ma non dovrà tenerla troppo tutta per se, dovrà sempre passarla a qualcun’altra e alla fine qualcuno dovrà lasciarla affinché sia riportata ad Altacima.

mercoledì 26 ottobre 2016

Visita alla Fondazione Magnani Rocca che ospita il dipinto “Le Ninfee” di Monet

http://www.magnanirocca.it/

Impressioni da Monet
Claude Monet, Le Bassin des Nympheas (1904). Denver Art Museum
Il paesaggio, brano costante dell’intera carriera di Monet, propone alla modernità un diverso modo di osservare la natura.
Attraverso il lavoro en plein air, che di fatto porta l’atelier direttamente nei luoghi di studio, l’artista persegue la totale immersione fisica quanto mentale nel soggetto, con l’intenzione di catturare non solo le più precise sfumature di luce e movimento, ma anche il variare delle condizioni naturali.
Se nella prima parte del suo percorso, prettamente impressionista, è l’immagine percettiva ad essere studiata nei suoi istanti effimeri, nella maturazione degli anni successivi la sua tecnica diventa più elaborata e rende visibile la durata dell’impressione. Non è quindi casuale l’approdo da parte di Monet alla fine dell’Ottocento alle famose “serie”, in cui uno stesso soggetto è ripetuto più volte in momenti o condizioni atmosferiche differenti. Lo scopo è quello di fermare il tempo, reo di nascondere il segreto dramma della fugacità delle cose, restituendo loro valore poetico.
Come nel dipinto esposto alla Fondazione, Le Bassin des Nympheas del 1904, proveniente dal Denver Art Museum, lo stagno e nuovamente l’acqua stimolano inaspettate sensazioni visive, poiché dissolvono forme e materia, di cui le ampie e aggiornate pennellate sono dimostrazione concreta.
Le Ninfee, ciclo che racconta l’ultima ossessione di Monet, si collocano a metà tra la pittura di paesaggio e una nuova pittura decorativa con aspetti artificiosi, quasi astratti, che hanno nella costruzione spaziale la loro novità. I toni cromatici, ora, non esprimono più solo le metamorfosi della luce e dei riflessi, ma sono mezzi che trascendono la realtà per creare qualcosa di completamente inedito, sovratemporale e intangibile.
Seguo la natura senza poterla afferrare; questo fiume scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente.

Claude Monet


giovedì 13 ottobre 2016

14 Ottobre: scita didattica - World of Dinosaurs - Tabiano Bagni

Una delle più spettacolari mostre preistoriche del presente ospite in Italia!

Dinosauri a grandezza naturale, realizzati grazie alla collaborazione di scienziati. La grande popolarità di film come “Jurassic Park” e “L’era glaciale” (Ice Age) ci lascia intendere quale enorme interesse suscitino i giganteschi rettili e gli altri animali che hanno popolato la terra nel passato: queste creature estinte hanno messo le ali alla fantasia di grandi e piccoli, già a partire dalla scoperta dei loro fossili. Ci aspetta, un viaggio in un mondo di oltre 100 milioni di anni.
Queste misteriose creature, mettono le ali alla fantasia di giovani e anziani, già dalla scoperta dei loro fossili. L'obiettivo di questa esposizione è di presentare i giganti della preistoria nel modo più rassomigliante possibile alla realtà. Accompagnati da informazioni di base, la mostra intende avere anche una importante valenza didattico-educativa. In questa mostra unica nel suo genere „World of Dinosaurs“, i visitatori possono, tramite le nuove conoscenze scientifiche, crearsi un'immagine sulla specie dei dinosauri.

http://www.dinoworld.it/ 
clicca e vai al sito 
http://www.dinoworld.it/fotogallerie
clicca e vai alla galleria fotografia

sabato 7 maggio 2016

giovedì 31 marzo 2016

Prossimamente in 2^E: lo spettacolo teatrale

Alcune informazioni da ricordare.
Se vi è possibile recuperare:
- una vecchia valigia (anche rotta o malandata) di qualsiasi dimensione da portare in futuro per lo spettacolo.
- Un indumento o accessorio che simboleggi il personaggio scelto da indossare facilmente da portare a a partire deal 31 marzo.